L’attività cerebrale dei cani rivela che possono riconoscere i nomi degli oggetti, anche se le loro reazioni all’ascolto di tali nomi potrebbero aver oscurato segni di riconoscimento.
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Uno studio recente indica che i cani hanno una capacità di comprensione referenziale, sfidando la precedente convinzione che non possedessero tale abilità.
Questa conclusione è emersa dopo l’osservazione che i cani reagivano in modo distintivo quando sentivano il nome di un oggetto familiare.
Anche se ricerche precedenti suggerivano che i cani non formassero associazioni significative con le parole, gli studi recenti hanno utilizzato il monitoraggio cerebrale per verificare se i cani comprendessero le parole in modo passivo. I risultati hanno indicato che i cani mostravano un’attività cerebrale simile all’effetto N400 negli esseri umani, suggerendo una comprensione semantica delle parole ascoltate.
Curiosamente, i cani reagivano più intensamente quando veniva menzionato un oggetto familiare, anche se non compariva, indicando aspettative associate alle parole ascoltate.
Il cambiamento nell’ambiente in cui vivono i cani, specialmente nelle case umane, potrebbe aver influenzato questa evoluzione nella comprensione linguistica canina. Inoltre, il forte legame emotivo dei cani con gli esseri umani potrebbe avere giocato un ruolo cruciale nella loro capacità di comprendere e rispondere alle parole in modo significativo.
Fonte: Ars Technica