Perché identifichiamo i cani come maschi e i gatti come femmine? La psicologia risponde

Perché identifichiamo i cani come maschi e i gatti come femmine? La psicologia risponde
Perché identifichiamo i cani come maschi e i gatti come femmine? La psicologia risponde (Foto: gotdaflow/Unsplash)

È comune riferirsi ai cani sconosciuti come maschi prima di sapere il loro sesso. Lo stesso accade con i gatti, che spesso vengono chiamati al femminile prima di sapere se sono effettivamente un maschio o una femmina. Perché succede questo?

Secondo gli esperti di psicologia sociale, questo è il risultato di stereotipi. Gli stereotipi sono credenze generalizzate su una determinata categoria di persone. Ad esempio, l’idea che ingegneri e matematici siano sempre uomini, mentre infermiere e insegnanti delle scuole elementari siano tutte donne.

Tali generalizzazioni su gruppi specifici di individui possono essere più spesso corrette che sbagliate e, pertanto, possono essere utili nel prendere decisioni rapide. Il problema è che possono essere errati quando applicati a individui specifici e, talvolta, questo può avere conseguenze negative.

Per capire perché le persone si riferiscano ai cani come maschi e ai gatti come femmine, Frank Taylor dell’Università di Edinboro in Pennsylvania ha spiegato che uno dei modi più efficaci per esplorare il pensiero stereotipato è osservare come gli individui sono rappresentati nei libri per bambini.

In uno studio di 200 libri per bambini condotto da ricercatori del Presbyterian College in South Carolina, è stato dimostrato che i ruoli di genere erano applicati a praticamente tutto nei libri per bambini, inclusi oggetti inanimati antropomorfizzati.

Utilizzando una serie di filtri, incluso il fatto che il libro dovesse avere un solo personaggio principale, sia esso un cane o un gatto, ed escludendo i libri senza trama e i libri con più cani o gatti, i ricercatori hanno digitalizzato il massimo di testo necessario per determinare il sesso del cane o del gatto, come i pronomi lui/suo o lei/sua o un nome tipicamente femminile o maschile.

Ci sono stati alcuni casi in cui era impossibile determinare il sesso del personaggio, che poteva essere costantemente riferito come “il cucciolo” o “il gattino”, e questi sono stati annotati utilizzando una categoria separata nei dati.

Sono stati valutati 274 libri, con 110 cani, 150 gatti e 14 coppie formate da un cane e un gatto. I dati mostrano che la rappresentazione dei cani è significativamente sbilanciata verso i maschi (86%). Le cagne rappresentano solo l’11% dei personaggi e solo il 3% non ha un genere indicato.

Per quanto riguarda i gatti, la situazione è molto più equilibrata, con il 47% dei personaggi rappresentati come maschi e il 36% come femmine. In generale, i risultati dimostrano che c’è effettivamente una tendenza generale a rappresentare i personaggi canini come maschi, e questa tendenza non è così forte quando si tratta di gatti.

Questo contenuto è stato creato con l’aiuto dell’IA e revisionato dal team editoriale.

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